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Rosa di Gerico
(davide riccio)
Quando cerco Dio
nel Suo incessante mutamento,
io mi sento rosa di Gericho,
senza un immobile radicamento.
Quando si estingue l’acqua d’intorno
e mi prosciugo nel conflitto
vitale e in declino,
fertile e marcescente,
io non più affondo in me consapevole
nel profondo incosciente.
Sembro avvolgermi su me stesso
inaridito globulo marrone
perché senza religione:
io solo mi conservo nell’essenza
di chi crede ma è senza certezza
sontuosa, presuntuosa.
Su e giù per il deserto –
disperata conoscenza –
il principio divino del mondo
mi porta a un nuovo nutrimento
radici al vento,
io ruoto, nella Ruah,
ruoto anche per mesi,
per anni, rotolo
per lande secche
aspettando una pioggia,
un nuovo corso
un mare in Terra Santa.
Allora non più rinverdisce l’età,
ma nel sogno ancora intermedio
una speranza crucifera
dell’uomo in eterno risorto
mai più in bilico e mortale
tra gli inferi e il cielo.
Nota: nella simbologia dei colori, il verde è considerato intermedio tra il blu (del cielo) e il rosso (degli inferi).
"...Volevo trovare pure la "Rosa di Gerico", dagli Arabi detta zahrat ariha. E' quasi sempre nascosta. Il sole la secca, il vento la fa sparire. Il deserto la espone al sole e al vento salvandola dall'uno e dall'altro. La rosa di Gerico si trasforma in una briciola simile a un insetto morto; e così, a dispetto di tutto, riesce a sopravvivere. Talvolta vive per una decina d'anni.
I Beduini la riconoscono fra i granellini di sabbia, la estraggono e la conservano. Senza di loro non l'avrei vista mai.
Quando finalmente viene a trovarsi in vicinanza dell'acqua, si disseta e si gonfia. Diventa allora turgida e piena..." (Predrag Matvejevic)
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blumy.
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è il bellissimo regalo che mi hai fatto qualche anno fa ! .